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Shot #18: Grime Vice e Voodoo Vee presentano JOINT1

Shot #18: Grime Vice e Voodoo Vee presentano JOINT1

Ascoltare il disco prodotto dal gruppo Kush Clouds, composto da Grime Vice e Voodoo Vee, mi ha fatto rivivere le stesse emozioni e le sensazioni che provavo quando la mia dimensione urbana era un tutt’uno con la creatività e lo spirito di evanescenza. Mi spiego meglio. C’è un periodo che si conserva nel cuore, a mio avviso. Un periodo che è fatto di suoni campionati, di immagini sui muri, di fumo denso che sale dalla prima sigaretta o dal primo joint del mattino. Non è un periodo estivo, ma paradossalmente invernale. Sembra essere una sorta di difesa messa appunto da chi vive nelle aree metropolitane per evitare di esserne fagocitato. Quel periodo resta. Si presenta in adolescenza, cresce con te ed è sempre con te quando i confini ti vanno stretti. Si presenta nelle tue cuffie quando fai un viaggio in treno, in notturna, o in pullman, lontano, a combattere per la tua speranza. Un periodo che potrebbe definirsi come quello dove i sogni sono più grandi e non ancora atrofizzati dal mondo e dalla quotidianità spesso schiavista.

Kush Clouds è una nuvola milanese espansa. Acida e sensuale, pretenziosa e viziata, eclettica e cosmopolita. Le produzioni di Grime Vice suonano esperte, soprattutto sono il prodotto di chi ascolta musica a palate, worldwide, senza fermarsi mai. Anche il suo rap è potente quando arriva, elegante nel suo essere cosciente. E poi c’è Voodoo Vee che è la nuvola kush che si espande nella sala o nelle cuffie una volta che il disco suona. La sua voce si sposa bene con la produzione contribuendo così a creare quell’effetto a specchio, che riflette la musica senza fermarsi in un genere, mai.
Siccome il loro JOINT1 mi ha fatto molta compagnia nell’ultimo periodo, ho deciso di riprendere in mano il tamburo della pistola musicale di Trigger e spararmi questa intervista proprio con Kush Cloud, a proposito del loro disco.

Come nasce Kush Clouds, da dove pulsa la vena low-fi e nello specifico chi sono i protagonisti di questo progetto?

Ciao Reggaeradio, innanzitutto grazie dello spazio dedicatoci. Kush Clouds nasce nel 2016 a partire da collaborazioni tra Grime Vice (producer e rapper del saronnese) e Voodoo Vee (rapper e singer della provincia milanese). Nel 2017 iniziammo a lavorare a qualcosa di più concreto che andasse al di là degli ambienti musicali (reggae, dancehall, hip hop, dnb, jungle, 2step) che già frequentavamo da tempo grazie anche alle nostre crew (Powa Flowa Family e Calabash Crew e Street Arts Academy). Abbiamo iniziato così a cercare tra le sonorità che ci caratterizzavano elementi specifici da rimescolare assieme poi in un calderone di immagini e sonorità che fosse il più personale possibile. Stavamo cercando qualcosa di diverso dal solito, un ambiente ancora in Italia inesplorato, e sicuramente in questo le nuove sonorità UK sono state fondamentali per quello che è stato il primo disco del progetto: “JOINT1”.

C’è chi viene dal rap, chi dal reggae… c’è il mondo dei sound system e quello delle jam in queste tunes. A chi si rivolge il mondo di Kush Clouds? Qual è l’impatto che avete registrato ad oggi sulla massive?

Effettivamente il background è molto consolidato. La bass line per esempio è una delle presenze fondamentali nei nostri brani! Ah! Ah! Ah! Tuttavia, il progetto Kush Clouds non si rivolge solamente alla massive del reggae, ma a tutte quelle persone che amano le novità. “JOINT1” è stata una sorpresa per molti e tante persone sono rimaste piacevolmente spiazzate da questa nostra presa di posizione, soprattutto rispetto alla produzione musicale. Il fatto poi di aver scelto di scrivere in inglese i testi ha permesso di avere anche un feedback molto interessante su scala europea e non solo nazionale.

Quali sono le ispirazioni e le suggestioni che hanno permesso di realizzare il vostro primo disco? Come è stato lavorare in combo e quali sono i vostri piani attualmente?

Le ispirazioni sono arrivate da ambienti diversi e persone diverse, ma principalmente da un confronto costante su quello che ognuno di noi aveva fatto fino a quel momento: volevamo per un certo periodo andare oltre la quotidianità. Provare a stravolgere tutto, rallentare i ritmi, minimizzare i suoni, cercare melodie eteree, ridurre il rap, raccontare esperienze concrete anche attraverso la scelta di melodie, suoni e ritmiche specifiche. Chiaramente, ognuno ha fatto parte del lavoro in solitaria, ma ad ogni step ci confrontavamo e cercavamo di amalgamare il più possibile quello che avevamo tirato fuori. Stare a stretto contatto con sessioni anche molto lunghe di lavoro ci ha permesso di trovare il giusto equilibrio e di poterci scambiare anche di ruolo, spesso e volentieri. “JOINT1” è il risultato della raccolta di 7 brani, studiati e registrati nel 2017, pubblicati infine nel 2018 da B.M. Records (TO). Sicuramente si può dire che fin da subito abbiamo scelto un percorso senza porci dei paletti, questo è la prima raccolta e il nome stesso indica che ce ne saranno altre, infatti attualmente stiamo selezionando le basi per lavorare sul secondo disco, che si chiamerà “JOINT2”. Il nostro è un progetto in continua evoluzione.

 

Stamperete un disco fisico? Dove è possibile trovarvi?

Abbiamo già stampato dei CD che si possono trovare e acquistare ai nostri live show. Presto avremo modo di pubblicare anche il vinile di “JOINT1” con un’edizione limitata, che verrà distribuita da GATTO PIRATA DISCHI, quindi reperibile sia online che presso il banchetto e i negozi di dischi in collaborazione con l’etichetta. Per quanto riguarda l’ascolto online del disco, si possono trovare tutte le tracce in free listening su tutte le principali piattaforme.

Abbiamo pagina Fb e IG dove potete trovare tutte le informazioni su live e produzioni!

Trigger ha sparato un nuovo shot, ora tocca a mr. Fede di Puma caricare il tamburo per il prossimo!