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Una giornata intera con Shenseea

Una giornata intera con Shenseea

Ultimamente sono stato molto curioso di cosa combinasse Spice in tour. Mi aveva particolarmente intrigato l’idea che avesse fissato un paio di date in Italia e ho invidiato chi fosse riuscito ad andare al concerto. Ho iniziato a seguirla su Instagram e ho notato che Spice ha una forte comunicazione social, con un sacco di video delle sue performance.
Al netto della modalità esplicita con cui si esibisce, Spice è una star con i controcoglioni.
Così ho iniziato a riprendere un po’ le fila della dancehall moderna, fila che avevo un po’ lasciato in sospeso perché, e qui faccio outing, sono troppo vecchio per queste tune.

 

Dico sul serio.
Anche quando vado alle dancehall della mia città e parte la scarica di beat brand new in puro stile dancehall, mi sento vecchio e di solito vado a bere al bar. Con altri come me che sono vecchi e sono già al bar a bere.
Spice però è un po’ fuori scala, sia come cantante sia come ballerina.
Considerando il fatto che (altro outing) non è per nulla il mio tipo di donna, questa dj riesce a passare una carica erotica e selvaggia che supera ogni barriera mentale. Quasi come se fosse un proiettile che buca i giubbotti protettivi manco fossero burro.

E, che ci piaccia o no, questo proiettile viene sparato da un’arma potentissima chiamata dancehall. Se sei bravo con quell’arma, come lo è Spice, fai letteralmente colpo.
Così, un bel giorno, mentre cercavo di ritornare al passo con i ritmi di oggi, sono capitato in un video live direttamente dalla BBC dove una ragazzetta in camicia rossa si spara un freestyle che mi pettina come mi pettinava il Bennie Man dei tempi d’oro.
Incrociando con il profilo Instagram di Spice, capisco che si trattava di Chinsea Lee, meglio nota come Shenseea.

https://www.youtube.com/watch?v=75HVWlAM8xk

Passo subito in rassegna le sue tune, molto fresche perché si tratta di una nuova rudegyal, e mi rendo conto subito che la ragazza carina in camicia dal viso super solare che iniziava il suo freestyle citando Buju, è in realtà un astro nascente della dancehall moderna. Il che vuol dire video super sexy e liriche belle volgari. Con una particolarità. Liriche molto femminili, quasi di affermazione del proprio sesso, sullo stile cazzuto di Spice.
Siccome non posso vivere solo di gusti personali, ma voglio vivere anche di Gyal Powder e siccome amo la musica dei Caraibi, ho subito scritto al nostro editor in chief.

“Chiara, voglio fare un Gyal Powder su Shenseea”
“Vai”.

Grazie, Chiara.
Ho preso il materiale, cacciato nel mio Ipod e niente, sono uscito con una del 1996.

Sì, perché Shenseea non ha neanche ventuno anni e sta a Kingston.
Ha frequentato la Hope Valley Experimental School and Mona High, prima di entrare all’Exed College per studiare Entertainment Management. Purtroppo però, per questioni economiche, Shenseea è costretta a mollare la scuola. Nel mentre resta incinta e questo le fa abbandonare del tutto gli studi, per concentrarla sulla musica. Inizia a girare su internet con un po’ di cover di Beyonce e Rihanna.
Viene fuori così, con i social. Come le storie più comuni e se vogliamo anche più scontate.
Cover su cover, i suoi fan sulla rete le chiedono una canzone sua.
Shenseea, anche se non sembrerà visto il suo futuro di performer, si vergogna molto di realizzare qualcosa di proprio. Finché, un bel giorno, superata la paura, mette online il suo primo pezzo.
Più di 85,000 visualizzazione e attenzione da parte del già citato Beenie Man.
Dalla situazione di merda di non poter fare quello che desideri, ti ritrovi a scoprire che possiedi un talento e che la tua voglia di cantare e di esibirti non era altro che nascosta.

Shenseea è molto carina. Lo è di più alla luce del sole, quando è poco truccata, ma si sa che la dancehall ha le sue regole, come quando si sale sul ring, come nella lucha libre.
Non so bene spiegarmelo, ma nel suo sguardo e nel suo modo di cantare c’è della passione che non sembra passeggera, sembra aver trovato la sua strada partendo da una salita enorme. E se il punto di partenza di molti giamaicani è proprio infondo a quella salita sociale vertiginosa, pensa cosa possa essere per una donna dell’isola, una donna affascinante, giovane, povera e con un bambino da allevare.

Iniziano le collaborazioni.
Se dovessi fare un resoconto musicale della giornata posso dire che abbiamo iniziato al tramonto, con una sua collaborazione sulla traccia di Jahmeil dal titolo Tell Me.
Siccome fa caldo, siccome è estate, decido di stare fuori e immaginare un lungo tramonto sulla spiaggia, mangiando poco e bevendo molto. Magari con un po’ di frutta tropicale, visto che la tune di King Kosa e Konshens è proprio caribbean. E Shenseea ci fa un featuring.
Ma se queste sono ancora collaborazioni, il bello arriva con Reverse.
Ormai è già sera. Di cenare non se ne parla e la testa sta già pensando alla dancehall, a ballare per tutta la notte. Per Shenseea è ora di mettersi in tiro ed entrare in scena. Super sexy, ma sempre con quella espressione di spensieratezza invidiabile.

Kartel, dall’alto del suo gabbio, le fa l’onore di condividere una tune, Loodi, che sdogana la dancehall delle tre di notte. E da lì, la ragazza fa seguire Dynamite e il suo ultimo singolo Wine perché l’ora è quella giusta e sono le tune che le permettono di farsi conoscere, fare qualche soldo e farsi selezionare in giro per le yard. Ma quando meno te lo aspetti, se ne esce con roba molto diretta e destinata ad affermare la propria personalità sia nel corpo che nelle liriche. La dancehall è sua con Hustler’s Anthem e soprattutto con il suo primo singolo ufficiale: Jiggle, Jiggle.
Soldi, sesso, chiodo fisso, senza fermarsi, keeping all the garrisons in one.
La prima è proprio canto di strada, la seconda invece è marchio di fabbrica sul beat, una sorta di arte della guerra della gyal da dancehall, senza evitare di essere troppo esplicita.
Reggae Sumfest e Britjam la vogliono ai loro festival. A lei piace l’idea, ma ci tiene a dire che vuole continuare anche a esibirsi in giro, per l’isola, insieme ai ragazzi giovani, per far vedere a tutti che comunque ce la si può fare. Per far vedere a che punto è arrivata della scalata.

Every artiste follows the crowd. I fit in everywhere, can perform for anyone, there are no rules in music, I write what I want, don’t stick to one topic. I’m unpredicatable

La mattina è arrivata, la dancehall è finita e domani ormai è oggi. Ed è un altro giorno.

Nel momento in cui ho deciso di scrivere e ascoltare la roba di Shenseea, stavo leggendo Tropico del Cancro di Henry Miller. Negli Usa venne pubblicato per la prima volta nel 1961 (il libro è del ‘34) dalla Grove Press, e portò ad un processo per oscenità che spinse ad applicare e/o rivedere le leggi americane sulla pornografia. In Italia, la prima edizione uscì per Feltrinelli nel 1962 e la tradusse Luciano Bianciardi, il re della vita agra. Feltrinelli ha fatto finta che il libro fosse stampato in Francia e aggiunse questa nota: “Avvertenza importante. Questa edizione è destinata al mercato estero; l’Editore ne vieta l’importazione e la vendita in Italia”

Mentre in realtà il volume era stato stampato a Varese e venduto sottobanco in Italia.
Chissà perché mi è venuto in mente questo aneddoto proprio alla fine di questa giornata.
E di questo articolo.

Photo credits: Shenseea FB page